Non chiedetevi cosa può fare la Rivoluzione Digitale per voi; chiedetevi piuttosto cosa potete fare voi per la rivoluzione digitale.
Comunicazione 2-3 e 4.0, competenze digitali e softskills, video virali ed engagement, landing page, fatturazione online obbligatoria, identità digitale e firma forte e poi ancora infografiche, e-commerce, logo in vettoriale e workflow operativo del piano editoriale dei social network… Sì, per quanto accessibili, reali e immediate è davvero troppo per venirne fuori senza impazzire.
Il mondo non sta cambiando, semplicemente è già cambiato, con questo dobbiamo farci i conti perché quella di cui parliamo è la cd quarta rivoluzione industriale. Tuttavia quello che accade in realtà ha più l’aspetto di quei vecchi film di Totò in cui il ricco borghese, sciorinando paroloni e latinismi, si beffa del malcapitato ignorantello.
Diversivo, distrazione, fantasia, cambiamenti di moda, di cibo, amore e paesaggio. Ne abbiamo bisogno come dell’aria che respiriamo. [Bruce Chatwin]
Provisiva è una delle tante agenzie di creativi digitali che conosce bene questa contraddizione: il divario tra ciò a cui le PMI dovrebbero rispondere in termini di investimenti in relazione agli strumenti e alle modalità disponibili per realizzarli. Facciamo parte di quei cervelli che al Sud è tornato anche per investire nella grande sfida di un’innovazione che tarda a manifestarsi nel pieno delle sua potenzialità.
Ricollocare competenze e conoscenze per assestare il divario digitale delle aziende del territorio
Il tessuto imprenditoriale -acerbo- che qualifica la maggio parte delle aziende centromeridionali lo conoscevamo già, anche quelle difficoltà che qualificano il “cliente medio” (senza confini regionali) ma non potevamo tirarci fuori dalla sentita responsabilità di contribuire alla sua evoluzione.
Quello che la Rivoluzione Digitale sembra chiederci al momento è la capacità di comunicare con creatività un’identità ultracompetitiva, moderna, flessibile, trasparente…in poche parole genuina ma in maniera Smart.
Questo non vuol dire che un’azienda debba per forza essere presente sul web ma che per non restare esclusa da nuovi mercati è opportuno che assorba velocemente le trasformazioni tecnologiche e comunicative che con o senza di noi vanno avanti.
Il nostro Paese è chiaramente tra quelli più lenti nell’assorbire tali cambiamenti, si trova al di sotto della media europea e sembra che due terzi delle imprese siano “indifferenti” alla digitalizzazione dei processi produttivi e le imprese “digitali compiute” siano davvero poche (Sesta edizione del Rapporto Istat sulla competitività dei settori produttivi (Rapporto Istat 2018)
Più della metà delle PMI (63%) è a bassa digitalizzazione. Solo un risicato 5% si salva e tra queste:
- innovatori forti 30,3% (innovano prodotti e processi)
- innovatori di prodotto 25%
- innovatori di processo 18,5%
- innovatori soft 22% (innovano solo l’organizzazione o il marketing)
- potenziali innovatori 4,9% (hanno svolto attività innovative che non si sono tradotte in innovazioni)
In uno scenario internazionale che vira verso Internet of Thing, Big Data, Cloud Computing, Advanced Human Machine Interface o Advanced Automation con il preciso scopo di automatizzare organizzazione e interi processi aziendali (produzione, logistica, manutenzione, qualità e sicurezza) continuare a negare (e a negarsi) i benefici del mondo nuovo è più cocciutaggine che scarsa propensione agli investimenti. C’è infatti chi afferma che lo Smart Manufacting potrebbe rappresentare la strada fondamentale per il rilancio dell’industria italiana.
Per molti si prospetta uno scenario apocalittico in cui le macchine soppianteranno l’uomo in qualsiasi campo, benché plausibile, alcune ricerche più confortanti nonché pratici esempi tangibili dimostrano che una maggiore efficienza aziendale per via di tali automazioni, se gestita correttamente, porta nel lungo periodo ad una riduzione dei costi di produzione, quindi ad un calo dei prezzi e conseguenziale aumento delle vendite e dei profitti che richiede nuovi investimenti per l’aumento della produzione, che genera nuovi posti di lavoro, nuove professionalità vieppiù specializzate e verticalizzate. [Sarah Kessler, The Optimistic’s Guide to the Robot Apocalips]. Amazon per esempio in soli tre anni, aumentando il numero di robot da 1400 a 15000 per l’automazione del più grande negozio online non solo ha mantenuto il tasso di crescita invariato ma ha registrato un aumento delle assunzioni di dipendenti da 124000 a 341000. [2017. Focus.it]
Vite private e mercato non hanno più lo stesso peso di prima, per rendersi visibili in questa immensa piazza le PMI devono comprenderne linguaggio, forme e strumenti: l’obiettivo è iperconnettersi a tutto e a tutti, approfittare dell’immenso flusso di dati e informazioni che hanno fatto del mercato di massa una personalizzazione di massa. Se da un lato significa affrontare dei costi per i più proibitivi, dall’altro invece, implica il vantaggio competitivo di poter produrre beni e servizi che sappiamo essere ciò che il consumatore desidera.
Inutile dire che per realizzare un compito ed efficiente passo in avanti è necessario che se ne occupino gli addetti ai lavori, ma se c’è qualcosa che le nuove tecnologie e il nuovo modo di comunicare ci hanno offerto senza alcun ombra di dubbio è che l’individuo è in grado di realizzare qualsiasi cosa, basta che ci sia un tutorial su Youtube.
Quindi se siete un’azienda o un imprenditore e avete deciso di innovare la vostra azienda partendo dall’organizzazione e dal marketing online potete rivolgervi a qualsiasi web agency faccia al caso vostro, perché i team al loro interno si addestrano da anni a parlare al posto del cliente…oppure…
Potete approfittare di questo breve elenco di consigli per compiere i primi passi da aziende militanti della Rivoluzione Digitale:
- Affidatevi a Google e cercherà di migliorare le vostre performance a partire dalle informazioni che potete aggiungere sulla vostra attività, vi consiglierà anche di creare la vostra pagina web, con una procedura guidata sarete in grado di avere e vedere in tempo reale il vostro primo sito
- Completate l’iscrizione a Google My Business per ottenere un profilo gratuito di promozione per attività commerciali
- Seguite le istruzioni e i tool che vi consiglia per costruire un’immagine aziendale appetibile e di gusto, ce ne sono davvero tanti, quello che consigliano in molti è canva.com per creare logo, copertine, locandine, biglietti da visita gratuitamente e lasciandovi ispirare dalle numerosissime risorse free che ivi sono presenti.
- Create i vostri profili/pagine sui social network che meglio intercettano il vostro desiderato pubblico (ma solo se avrete tempo per gestirli) ricordate che servono per generare relazioni, interazioni e traffico sul vostro sito. L’obiettivo della comunicazione online in sé, per una PMI è quella di convertire gli utenti in clienti, comunicate loro non quello che vendere ma perché lo fate.
- Trovate il tempo per scovare trucchi e consigli, i blog di settore sono numerosissimi e impegnatevi a conseguire il Badge di Google – Digital Learning
Una volta apprese tutte le informazioni di base sarete in grado di capire quanto necessarie siano, quanto tempo occorra per prendersene cura e quante competenze è opportuno non si ignorino per non naufragare nel mare infinito del web.